Il Sessantotto come performance globale
Lezione di Franco Berardi Bifo (scrittore e mediattivista)
nell'ambito del corso di Teatro Sociale (prof. Cristina Valenti) e dell’attività didattica del Dottorato di ricerca in Arti visive, performative, mediali (indirizzo Teatro)
3 maggio 2018, ore 13-15
Dipartimento delle Arti,
Bologna, via Barberia 4
Salone Marescotti
Il Sessantotto ha inaugurato una stagione di trasformazioni radicali che ha posto al centro i giovani come nuovo soggetto cardine del cambiamento, investendo la politica, le istituzioni, il costume, la stampa, le arti. A teatro è l’anno di Paradise Now e della cacciata del Living Theatre da Avignone, mentre in Italia nascono l’animazione teatrale e le cooperative autogestite, esplode il fenomeno delle cantine, Dario Fo abbandona il “teatro borghese” e Leo de Berardinis si decentra a Marigliano…
“L’epoca umana raggiunse il suo culmine nell’anno ’68 di cui corre attualmente il cinquantesimo anniversario. Ma più che un anno il ’68 (in effetti in Italia il cosiddetto ’68 cominciò nel 1960 e finì nel 1977) è uno stato mentale, l’apertura del cuore e del cervello all’emergenza di innumerevoli possibilità, la partecipazione di milioni di persone a un processo di scoperta sperimentazione e amicizia universale.
Possiamo considerare il ’68 come il picco dell’evoluzione umana, come il momento in cui tecnologia conoscenza e coscienza sociale hanno raggiunto il punto di massima convergenza, anche se preferisco pensarlo come l’apertura di un orizzonte di possibilità che al momento presente si è oscurato ma che in un futuro possibile torneremo a vedere” (Franco Berardi Bifo).
Franco Berardi Bifo è esponente di spicco del movimento del Sessantotto nell’Università di Bologna, dove si laurea in Estetica con Luciano Anceschi. Leader nazionale di Potere Operaio, poi dell’ala creativa di Autonomia operaia, fonda nel 1975 la rivista A/traverso e nel 1976 è tra i fondatori di Radio Alice. Dopo la chiusura della radio si sposta a Parigi dove frequenta Deleuze, Guattari e Foucault. Negli anni ottanta si trasferisce prima a New York poi in California dove collabora a varie riviste. Nel 1991 rientra a Bologna continuando i viaggi in Messico, India, Cina, Nepal, Grecia. Collabora a diverse testate ed è autore di libri dedicati al rapporto tra lavoro cultura e comunicazione.